La storia dell’Istituto “S. Caterina” si intreccia con le vicende storiche della città di Voghera e delle altre istituzioni scolastiche. Per ricostruire le origini dell’attività scolastica dell’Istituto si sono rivelate di fondamentale importanza alcune fonti scritte conservate nell’archivio del convento delle Suore Agostiniane.
L’Istituto “S. Caterina” sorge in Via Pezzani, all’angolo con via Calvi.
La storia dell’Istituto comincia, però, in un altro punto della città. L’isolato oggi occupato dall’Istituto IPSIA e dalla sede della Guardia di Finanza, prima dell’Unità d’Italia, era interamente occupato dal Monastero Agostiniano di S. Caterina e l’attuale via Ricotti nell’antica toponomastica era chiamata “Contrada S. Caterina”.Il monastero aveva già più di cinque secoli di storia quando le Monache Agostiniane decisero di aprire un educandato per fanciulle e una scuola, avviando, così, l’attività educativa che, pur con diversi cambiamenti, continua ancora a contribuire allo scenario scolastico della nostra città.
Nel 1810 il monastero finisce nell’elenco dei beni demaniali da mettere all’asta. L’intervento di Suor Cristina Pollonera fu decisivo e “l’Imperatore non solo ne sospende la vendita, ma esonera per l’avvenire dal pagare le £ 320 d’affitto al demanio imperiale”.
Nei decenni che seguirono l’educandato andò sempre più riempiendosi di ragazze non solo vogheresi, ma anche provenienti dai comuni limitrofi, come testimonia il registro delle assemblee capitolari delle monache.
Nel 1866, in applicazione della Legge Siccardi, le Monache furono cacciate dal loro Monastero, che venne adibito a caserma, e andarono a vivere in affitto in Via del Carmine, oggi Via Mazzini. Lì, con l’aiuto di Don Pietro Silva, continuarono la loro attività dell’educandato e delle “scuole esterne”.
Tra le alunne degli anni dal 1871 al 1876 ci fu una bambina che divenne in seguito Suora di Carità di S. Vincenzo de’Paoli, Giuseppina Nicoli, beatificata il 3 febbraio 2008.
Nel 1873, finalmente, le monache fecero il loro ingresso in Via Dal Verme, in quella che era stata la casa dei Conti Dal Verme, adattata poi a monastero. Qui proseguirono con entrambe le attività, educandato e scuola.
La scuola, intorno al 1887, rischiò di venire chiusa dal Comune, quando vennero aperte le scuole pubbliche, come riporta la cronaca del monastero.
Nel 1915, all’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra anche Voghera si mobilitò e al Monastero di S. Caterina in un primo tempo fu chiesto di accogliere i figli dei richiamati in guerra: “Dopo aver chiesto consiglio e permesso a Mons. Vicario si rispose di sì come la cosa più conforme alla nostra missione di religiose educatrici. Ma il Signore volle altrimenti” Le monache vennero, infatti, ingaggiate per l’assistenza ai feriti negli ospedali militari allestiti in diverse scuole della città. Nel frattempo le monache rimaste in sede continuarono a mandare avanti la scuola e l’educandato e le educande diedero il loro contributo alla guerra cucendo biancheria nuova per i feriti dell’ospedale militare.
Finita la Prima Guerra Mondiale e anche la scuola poté riprendere i ritmi della normalità. Accanto alle materie scolastiche cominciarono ad affiancarsi anche attività extrascolastiche, come testimoniano le cronache del monastero: “Gennaio: aumentando le scolare di musica si comperò un pianoforte dai Reverendi padri Barnabiti che l’avevano preso in tempo di guerra per uso della casa del soldato. Piano e pianola per due mila lire”.
Nel 1921 sono nominate anche le prime “passeggiate scolastiche”, una alla Certosa e una a S. Contardo “in tram circa 70 alunne e 9 suore." L’anno successivo cominciò anche l’insegnamento del latino e il 15 ottobre 1923 il nuovo anno scolastico iniziò con l’ampliamento delle scuole già esistenti e l’avvio della scuola materna. “Non essendoci più la Normale in città si pensò di fare anche noi tre corsi distinti, oltre le Suore vennero ad insegnare varie Signorine secondo il bisogno, ma quante spese e fatiche!... e anche disordine non avendo locale adatto! Per ampliare la scuola elementare si dovette sacrificare l’aula di pittura.
Nel 1929 nella scuola superiore dell’Istituto si aggiunse la stenografia tra le materie di studio.
Nel settembre 1932 fu chiesto al Provveditore il permesso per aprire un ginnasio, ma la risposta fu negativa. Fu concessa invece “la facoltà di continuare il corso di perfezionamento col nome però di Corso di Cultura Media Inferiore."
Nel 1933 le monache cominciarono a pensare di ricostruire completamente la scuola e ne affidarono il progetto all’Ing. Marenzana: “Siccome l’esecuzione di questo progetto non poteva farsi senza aver i mezzi, non avendo questi pareva proposta inutile, ma invece venne accettata a questi riflessi: 1° per averlo pronto qualora ci fosse richiesto dal governo da cui si sperava un soccorso; 2° per farlo vedere ai superiori scolastici nel caso facessero osservazioni al presente non adatto locale; infine per far vedere ai posteri che si ebbe sempre vivo desiderio di migliorare e che solo la mancanza di mezzi ce lo impedì”.
Nel luglio 1934 iniziarono i lavori e per il successivo anno scolastico le aule furono ricavate dai locali dell’educandato.
Nell’ottobre 1935 il nuovo edificio scolastico era pronto. Lo scultore Minghetti realizzò due bassorilievi di S. Caterina, uno posto sulla facciata nuovo edificio scolastico, l’altro nell’ingresso del monastero. Alla cerimonia di inaugurazione, erano presenti le autorità civili e religiose e i dirigenti scolastici cittadini. Il 25 novembre, per la festa di S. Caterina “si portò per la prima volta in chiesa la nuova bandiera dell’Istituto”.
Nel maggio del 1939 l’Istituto ottenne il riconoscimento dell’Ente Nazionale Istruzione Media e quindi il riconoscimento legale degli esami sostenuti nell’Istituto. Era un primo passo verso la parità.
Lo stato di guerra influì sul ritmo dell’anno scolastico 1940 – 41, che iniziò il 16 ottobre e finì il 15 maggio. Per recuperare i giorni che si sarebbero perduti il Ministro soppresse le vacanze nel corso dell’anno scolastico, lasciando solo cinque giorni intorno al Natale e tre per Pasqua.
L’anno scolastico 1941 – 42 vide anche un aumento delle alunne iscritte alla I media, tanto che si formarono due sezioni.
Un ulteriore incremento si ebbe nell’anno scolastico 1942 – 43, con più di duecento alunne, tra scuola elementare e scuola media. La scarsità del combustibile nel corso del terzo anno di guerra indusse il Ministro Bottai a concedere due mesi di vacanza per Natale, dal 20 dicembre 1942 al 16 febbraio 1943. Tuttavia le monache, per evitare che un periodo troppo lungo di vacanza nocesse allo svolgimento dell’anno scolastico riscaldarono due aule e, a partire dal 7 gennaio 1943 fecero tornare a scuola a turno le classi fino al termine delle vacanze, proseguendo, poi, con le lezioni regolari per tutte le alunne.
Nel 1947 “per aderire alle insistenti richieste delle famiglie che preferiscono mandare le loro figliole all’Istituto, anziché alla scuola governativa mista, si è aperta con autorizzazione del R. Provveditore agli Studi la classe IV ginnasiale, inoltrando a Roma regolare domanda per il riconoscimento legale”.
Con l’anno scolastico 1954 – ‘55 la scuola materna ed elementare cominciarono ad essere miste e “furono solennemente inaugurati i Corsi Serali che un gruppo di professori della città sotto il patrocinio del Consorzio Provinciale per l’Istruzione Tecnica ha pensato di iniziare in città.
Scopo dell’iniziativa è di aiutare studenti a ricuperare anni perduti, impiegati a migliorare la propria carriera, operai ad avvantaggiare la loro posizione sociale." Un “ampliamento” dell’Istituto S. Caterina” fu la scuola materna di Pombio, sorta nell’ottobre del 1956, parallelamente alla chiesa parrocchiale. Le monache vi insegnarono solo due anni.
Una grande svolta nella vita dell’Istituto avvenne negli anni ’60 con l’aggregazione del monastero S. Caterina alla congregazione delle suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria affini per spiritualità e per apostolato educativo.
Nel 1964 l’Istituto S. Caterina passò quindi, sotto la gestione delle suore Agostiniane Serve di Gesù e Maria che ben presto apportarono alcuni cambiamenti.
Nell’anno scolastico 1965/66 venne aperta ( o meglio riaperta) la Scuola Magistrale, con 25 alunne iscritte al primo anno. Per questo anno scolastico la cronaca del convento riporta i numeri degli alunni: 50 bambini alla scuola materna, 117 alla scuola elementare, 47 alla scuola media. Inoltre il convento ospitava anche 26 educande. Un ulteriore incremento si ebbe negli anni successivi, segno della ripresa legata all’arrivo delle nuove suore.
In vista di una riforma della Scuola Magistrale a livello nazionale, l’Istituto aderì nel 1985 al “Progetto Egeria” che portò gli anni di questa scuola superiore da tre a cinque, consentendo anche di conseguire un diploma maggiormente qualificante sul piano professionale e propedeutico all’Università.
La sensibile diminuzione delle iscrizioni e la carenza di insegnanti religiose portò alla decisione di chiudere, tra il 1994 e il 1995, i corsi della scuola media e magistrale.
All’inizio dell’anno scolastico 1995 –’96, infatti, vide la luce il Micronido, destinato ai bambini da uno a tre anni.
L’importanza di questo servizio sul territorio fu subito evidente, data la forte richiesta da parte di molte mamme impegnate nel mondo del lavoro, spesso pendolari. Accanto a questa nuova forma di apostolato educativo le suore, precorrendo la riforma che si sarebbe realizzata solo alcuni anni più tardi, decisero di dare una maggiore completezza formativa alla scuola elementare, arricchendola di nuovi corsi.
Nasceva così, nel 1998, la SPES (Scuola Primaria Europea Sperimentale) nella quale, accanto alle materie tradizionali, trovavano posto l’educazione ambientale, l’educazione alla salute, l’informatica, l’inglese quinquennale e lo spagnolo triennale.
Oggi l’Istituto offre la propria attività educativa con l’Asilo Nido, tre sezioni di Scuola dell’Infanzia e la Scuola Primaria, per un totale di circa 250 alunni.